Pompei, 25 marzo 2011 – “O ci ricevono o chiudiamo gli scavi per sciopero”. È l’aut aut di Cgil, Cisl, Uil, Unsa e Flp che dichiarano il loro stato di agitazione in merito alla gestione del parco archeologico di Pompei. “Manca totalmente un’organizzazione del lavoro che definisca le funzioni, le competenze e le attività assegnate a ciascun lavoratore. A partire dagli archeologi e dai tecnici fino al personale operaio e di vigilanza”. È quanto si legge in una nota diffusa al termine di un’assemblea delle associazioni di categoria. Tra crolli, aree transennate e proibite, a Pompei resta ben poco da vedere. Alla vigilia dell’alta stagione turistica il quadro degli Scavi è a dir poco proccupante. Nemmeno il varo del provvedimento governativo, che sblocca un consistente numero di assunzioni per operai e tecnici, fa tirare un sospiro di sollievo. Il rimedio, “se così si può definire”, incalzano i sindacati, è arrivato troppo tardi. Via dell’Abbondanza è tagliata in due dalle macerie della Scuola dei Gladiatori; le domus “Pansa” e “Fontana Piccola a Mosaico” sono state interdette al pubblico già da quest’inverno perché inagibili in quanto interessate da lesione delle strutture; altre tredici case sono state chiuse per mancanza di fondi e di personale. Tra l’altro, aggiungono i sindacati, nel piano triennale degli interventi di restauro e messa in sicurezza del sito non sono previsti interventi decisivi. Buone notizie arrivano, invece, dagli scavi di Ercolano. Un percorso guidato permetterà, da
martedì prossimo, di visitare, a partire dalle 20, il Padiglione della Barca, l’imponente imbarcazione considerata uno dei reperti simbolo dell’antica città.
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